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    27 gen 2021

    Trasmittanza o Sfasamento? Approfondiamo il dilemma normativo

    in PARLIAMO DI PREFABBRICATI

    La progettazione “termotecnica” degli ambienti in cui viviamo e lavoriamo assume sempre maggiore importanza. La regolazione delle grandezze fisiche che determinano il nostro confort negli ambienti sia residenziali che di lavoro (principalmente temperatura, umidità, numero di ricambi aria/ora) non possono essere affidati ai soli impianti attivi (caldaie, climatizzatori, unità di trattamento aria).

    Una corretta progettazione e valutazione dei tamponamenti e delle coperture (generalmente dell’involucro dell’edificio) possono ridurre le richieste energetiche per gli impianti attivi, pur ottenendo i risultati voluti in termini di confort ambientale.

    Nella valutazione delle caratteristiche tecniche delle pareti che costituiscono l’involucro della struttura due sono gli aspetti principali che vano considerati:

    trasmittanza termica: è la grandezza fisica che consente di quantificare le dispersioni termiche dell’involucro di un edificio attraverso le diverse superfici. (Es. pareti, pavimenti, solai, coperture, serramenti). Più è basso il valore di trasmittanza, minore sarà la quantità di calore dispersa dalla costruzione. Tale valore dipende dalla capacità isolante dei vari materiali (conducibilità termica) che compongo la stratigrafia dell’elemento considerato.

    sfasamento termico: indica l’intervallo di tempo necessario all’onda termica per fluire dall’esterno all’interno di una costruzione attraverso un materiale generico. Di conseguenza, più alto è il valore di sfasamento, maggiore sarà il tempo impiegato dal calore per passare dall’esterno all’interno. Il valore di sfasamento dipende da densità, calore specifico e conducibilità termica dei materiali che compongono la stratigrafia.

    Il concetto di isolamento termico, legato quindi alla trasmittanza termica, è ben conosciuto e gestito in fase di progettazione. Se molto è stato fatto per migliorare il comfort abitativo nel periodo invernale, non si può dire lo stesso per il periodo caldo. Qui entra in gioco lo sfasamento che può consentire, se ben progettato, una qualità superiore nel comfort estivo. Infatti, ritardare l’ingresso del calore nell’edificio ha molteplici effetti benefici, tra cui un minor dispendio di energia per climatizzare gli ambienti.

    Questi due aspetti non sono tra loro indipendenti, tutt’altro: in funzione di questi due parametri cambiano i modi con i quali riscaldare e raffrescare un ambiente abitativo, con riflessi evidenti sul risparmio energetico e sulla riduzione dell’inquinamento prodotto.

    Un’esperienza comune è quella delle mansarde con il tetto in legno: in questo caso il materiale ligneo, se non è “aiutato” da altri elementi massivi, non ha la capacità di attenuare l’onda termica e quindi ha un ridotto potere di sfasamento, pur avendo buone capacità isolanti. Le conseguenze sono le alte temperature negli ambienti mansardati, a cui si può porre rimedio utilizzando per esempio il climatizzatore.

    Esperienza completamente diversa è quella che facciamo entrando in case di antica costruzione con murature in mattone o sasso di grande spessore. In questo caso, nonostante le temperature estive esterne, gli ambienti interni risultano confortevoli e sufficientemente freschi da non richiedere l’ausilio della climatizzazione meccanica. Ciò e dovuto allo spessore e alla massa del muro, che esalta il fattore di sfasamento, pur non avendo buona capacità isolante.

    Stiamo parlando di due esempi molto semplici, ma che ci aiutano a legare il concetto fisico e le definizioni teoriche con la realtà. Questo tipo di considerazioni si possono e si devono estendere a tutti i tipi di costruzione, non solo a quelle di tipo residenziale ma anche agli edifici di vario uso industriale, ed in particolare ai prefabbricati.

    In quest’ultimo caso ricoprono un ruolo fondamentale i pannelli di tamponamento. Le opzioni tra cui scegliere sono molte, la valutazione finale non può prescindere dalle considerazioni tecniche appena esposte: qual è la soluzione tecnica migliore, per raggiungere gli scopi che ci prefiggiamo di ottenere?

    Vi sono aspetti da non trascurare e che possono fare la differenza. Un pannello in calcestruzzo può diventare un’ottima sintesi sinergica di quello che noi chiediamo ad una parete, sia in termini di isolamento (trasmittanza termica), sia in termini di sfasamento.

    L’alternanza di strati massivi in cemento armato, con interposizione di materiali ad alto potere isolante (ovvero a bassa conducibilità termica) determinano un risultato ottimale, sia in termini di “benessere” interno dell’edificio, sia in termini di riduzione di costi di raffrescamento/riscaldamento per il funzionamento degli impianti “attivi”.



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